giovedì 22 novembre 2012

Estasi culinarie


"Ormai niente ha più importanza. Eccetto questo sapore che inseguo nei recessi della memoria e che, furente per un tradimento che io nemmeno ricordo, mi resiste e ostinatamente mi sfugge." (cit.)

Estasi culinarie
 è 
l’opera prima di Muriel BurberyCon uno stile ricco di aggettivi sapientemente incastonati formando un trionfo di modulazioni poetiche, l’autrice ci regala sensazioni e percezioni quasi erotiche del cibo, portandoci alla scoperta di quel gusto, perso nella memoria,   della semplicità che racchiude la felicità pura.

Siamo a Parigi, in Rue della Granelle, insieme a parenti ed amici al capezzale di Monsieur Arthens, critico gastronomico di indiscutibile fama ma di miseri sentimenti, giunto alla fine dei suoi giorni.
Cinico, dispotico, egocentrico, odiato dai figli e dalla moglie trascurata e  ripetutamente tradita, temuto dagli chef vittime impotenti delle sue critiche, Arthens ripercorre – attraverso i ricordi propri e di chi lo ha conosciuto – le tappe della sua vita, dall'infanzia alla malattia, alla ricerca di quel sapore, che non riesce ad identificare, e che sa racchiuso nel suo cuore.
Ha inizio così un viaggio gustoso e ironico, ricordando i piatti poveri della cucina della nonna, decantando le sontuose prelibatezze di haute cuisine, passando dal raffinato sushi giapponese alla sontuosità dell’ostrica, celebrando la freschezza del pomodoro e delle erbe aromatiche, non dimenticandosi di descrivere le sensazioni provate bevendo un sorso del migliore whiskey in commercio.
Tutto il romanzo è l’esaltazione del gusto per il cibo, le ricette appaiono davanti ai nostri occhi e pare quasi di sentirne gli aromi; frammenti voluttuosi di  cucina: un’opera d’arte tra le complete in quanto coinvolge tutti i sensi.
Il finale è decisamente imprevedibile


biografia Muriel Burbery






giovedì 15 novembre 2012

Mr Gwyn


 “Ci siamo dimenticati di parlare del tipo di luce, disse Jasper Gwyn quando già stava per uscirsene. 
– Come la vuole?
– Infantile.” (cit.)


In perfetto stile Baricco  “Mr Gwyn”, la sua penultima fatica , è un libro che regala una tempesta di emozioni … alta tensione … intensità!  Lo si “respira” parola dopo parola.
Una storia che sviscera diversi aspetti, dai più reconditi come il bisogno  di ritrovar se stessi e di esser riportati a casa,  ai più espliciti come quello di scrivere:  bisogno che un “vero” scrittore,  pur volendo,  non potrà mai soffocare, perché scrivere è raccontare una magia, è fissare nel tempo le emozioni.

"Jasper Gwyn, ex accordatore di pianoforti, ora scrittore affermato, stanco di star sotto i riflettori,  dichiara la sua voglia di smettere di scrivere e lo fa con un articolo di giornale. Cerca quindi una nuova dimensione di vita , un nuovo lavoro ma la passione per la scrittura non lo lascia (tutto il giorno non fa altro che “scrivere, a mente, pagine di romanzi”) così decide di fare il copista … delle persone. Sì, decide di “scrivere” i ritratti della gente. “Per riportarla a casa”, così dice lui .

martedì 13 novembre 2012

Mangia, prega, ama


"Mangia prega ama" di Elizabeth Gilbert.  Non a caso incoronato bestseller dal New York Times.
Un libro ben scritto che vi racconto, in poche battute, da lettrice e non certo da critica letteraria (quale non sono).

Liz  è un'americana che, a seguito di un divorzio e di altre traversie, decide di prendersi un anno sabbatico che la vede partire per   un viaggio in cerca di ....
se stessa. Inizia con la  ricerca del "piacere", e  dove trovarlo se non in Italia!?  Infatti, qui,  trova il gusto del cibo senza trascurare quello dell'arte e della  letteratura classica nonché della nostra meravigliosa lingua (punto che condivido appieno), fa facilmente amicizia con gli "indigeni" che trova simpatici mattacchioni (mia definizione).
 Dopo quattro mesi "italiani", ingrassata di 10 o 12 kili, si sposta in India Paese dedito alla devozione.  Vive in un ashram dove impara la meditazione yoga che la porta ad una maggiore consapevolezza della sua esistenza, alla sopportazione delle avversità e a riscoprire una serenità interiore che non pensava di aver mai avuto prima di allora .
A malincuore parte dall'India alla volta di Bali, isola nella quale era stata qualche anno prima, per trovare la giusta miscela tra piacere e devozione.
A Bali, trova una diversa sfaccettatura dell'induismo  che, a differenza di quello appreso in  India, insegna ad affrontare la vita con il sorriso che deve essere sempre presente non solo sul volto ma nella mente di ognuno.
In un paradiso così, Liz, non può che ritrovare la voglia di innamorarsi e ...

Autore: Elizabeth Gilbert
Edizioni: Rizzoli

Dalla stessa autrice: Giuro che non mi sposo

La biblioteca dei mille libri



Qualche mese fa, ho letto "La biblioteca dei mille libri" di Irfan Master, alla sua opera prima, e si vede.  È scritto in modo semplice, fresco. Vi si leggono i valori dell'amicizia, del patriottismo, dell'amore filiale, e il non-senso  delle guerre e delle diversità religiose.
A tratti, forse, è un po' inverosimile ma quando si scrive del Paese India, è facile far rientrare tutto nella sua magia.


La storia sì svolge nel contesto storico della fine degli anni quaranta, quando l'India è martoriata da una guerra civile nata fra fazioni religiose e sta per riacquistare la propria indipendenza dall'Inghilterra.  È questo il fulcro del racconto che si snocciola anche attraverso altri quesiti, primo fra tutti: "è giusto mentire se lo si fa a fin di bene?"
Bilal - il protagonista -  per non far soffrire ulteriormente il padre morente, non vuol fargli sapere   dellepilogo di una guerra che sta sconvolgendo la sua amata patria India. Architetta, quindi,  un piano che porterà avanti per giorni e giorni. In quest'impresa l'accompagnano tre suoi amici (di fedi religiose diverse), a loro si aggiungono - via via - il dottore, il suo maestro di scuola, il tipografo del villaggio: tutta gente semplice che conosce il padre e gli è affezionata. Vengono a conoscenza del "segreto" anche tre sacerdoti (un reverendo protestante, un imam islamico, un pandit indù), che invece si rifiutano di collaborare con il ragazzo: Bilal, per nulla intimorito, di ognuno di loro mette a nudo una bugia, facendoli così ritornare sui propri passi (chi è senza peccato scagli la prima pietra).

Ma, pian piano, per colpa dei conflitti tra Musulmani e Indù, il giovane perde due dei suoi compagni ,  ed egli stesso corre pericolo di vita; come dire: "siamo stati bene insieme finchè 'qualcuno' non ha deciso che, visto che non preghiamo lo stesso Dio, non possiamo essere più amici".
Il padre  morirà portandosi dietro il sogno di un'India unita e libera.
Alla fine del romanzo, Bilal - ormai anziano - scoprirà di non essere stato il solo, in questa storia,  a portare il fardello di una menzogna.


Ahh! dimenticavo! qualcuno si chiederà il perché del titolo "la biblioteca dei mille libri"? Eccolo:  il padre del giovane era un appassionato della letteratura, della poesia, del sapere in generale e aveva trasmesso questo suo amore al figliolo.  Con i libri di una vita, ci aveva costruito una parete divisoria all'interno della loro povera capanna.  Ed è stato un libro che ha salvato la vita a Bilal !!!