Ne è valsa la pena!
Gérard de Nerval, pseudonimo di Gérard Labrunie, autore della prima metà dell’ottocento, è stato una figura di spicco del Romanticismo letterario francese. Tante le sue opere e tra le più note c’è sicuramente Sylvie: un racconto di cui non è facile tracciarne la trama, forse perché una trama vera e forte non c’è. Pochi i personaggi, rari i nomi – troviamo Sylvie, Adrienne, e poche altre comparse –, il protagonista –senza nome – ne è la voce narrante, essenziali i dialoghi, eccellenti le minuziose descrizioni dei luoghi intrappolati nella nebulosa del ricordo.
Il racconto si apre con la descrizione della segreta passione che il protagonista nutre per l’attrice Aurélie: in lei rivede Adrienne una fanciulla incantevole incontrata a Loisy quand’era ragazzino, e mai più rivista.
Parte, quindi, alla volta dei luoghi natii e, durante il viaggio, con i ricordi ripercorre le tappe della sua fanciullezza tra, boschi, feste di paese, balli, gite, amici e il suo innocente amore per la dolce e gelosa Sylvie. Giuntovi scopre che la sua “fidanzatina” sta per sposarsi con il panettiere del paese. Torna, così, a casa e decide di dichiarare il suo amore all'attrice che però, appreso della sua passione per Adrienne, lo respinge.
Ma che fine ha fatto la bella Adrienne?
Tutto qui. Un’altalena tra passato e presente che da vita ad una storia di sentimenti delicati, scritta con un linguaggio che non può non affascinare ed un finale che … ci fa capire.
Una storia semplice nella quale io ho "letto" la ricerca di quel tempo perduto: la spensieratezza, la gaiezza e la felicità della fanciullezza ... Adrienne.