“Odiavo quella maledetta guerra. Oltre ad annientare nazioni
e sfasciare imperi, uccidere milioni di persone e impoverirne altrettante,
stava anche distruggendo il piccolo mondo sul quale avevo costruito tute le
sicurezze della mia vita. Stava minando nel profondo le basi della nostra
famiglia che andava frammentandosi sempre di più, lasciando ognuno solo e perso
nelle proprie paure.” (pag, 62)
Questa la frase che più mi ha colpita di “Tregua nell'ambra” , un romanzo storico per non perdere la memoria del passato ma che,
restando ben saldo nel presente, punta dritto al futuro.
Il libro, scritto da Ilaria Goffredo, grazie alla scorrevolezza dei dialoghi e alla dovizia di particolari dai quali si nota l’accurato lavoro di ricerca storica fatto dall'autrice, sembra quasi essere la sceneggiatura di un film. L’avvincente trama ha un ordito di crudo realismo, come solo la guerra sa esserlo, sapientemente mescolato alla tenerezza dell’amore e alla dolcezza della speranza. Un libro che non si può che leggere tutto d’un fiato con costante emozione.
Elisa, 18 anni, racconta in prima persona gli stenti e gli orrori della seconda guerra mondiale.
Vive a Martina Franca con il padre ed il fratello Antonio che, non potendo combattere al fronte, lavorano la terra a servizio del fascio. I viveri razionati dalle tessere annonarie , la fame, il freddo, le notti di vedetta sui tetti per avvistare i bombardieri, l’impossibilità di scaldare degnamente la casa o di indossare abiti femminili, i soprusi delle camicie nere privano la ragazza della spensieratezza propria della sua età.
Orfana di madre, Elisa, si affeziona a Marisa una vicina di casa con la quale si trova spesso a chiacchierare davanti ad una tazza di “caffè”. L’inesorabile “tranquilla monotonia” della ragazza viene spezzata dall'arrivo in paese di Alec, un aitante giovane dall'accento straniero e avvolto da un alone di mistero. I due s’innamorano ma ben presto Alec deve ripartire per il fronte. Da qui il precipitarsi degli eventi: la fucilazione del padre, la deportazione di Antonio e la cattura di Elisa che viene condotta in un vicino campo di lavoro. Lì la ragazza subirà la crudeltà dei despoti fascisti che le lasciano profonde ferite nel corpo e nell'anima, solo la speranza che un giorno potrà rivedere il suo amato Alec riesce a non far cedere Elisa e a farle credere che possa, per lei, esistere un futuro.
Intanto Alec viene a sapere che la giovane è tenuta prigioniera e, con uno stratagemma, tenterà di salvarla.
Ilaria Goffredo è nata nel 1987 e vive in Puglia. Ha viaggiato in tutta Europa lavorando nel settore turistico.. Ad ottobre 2010 si è laureata in scienze della formazione. Ha vinto diversi premi letterari per racconti e diari di viaggio. Cura una rubrica di recensioni letterarie sul blog di Itodei e ha all'attivo diverse pubblicazioni con un piccolo editore free.
Con Tregua nell'ambra è stata finalista del concorso nazionale “Il mio esordio 2012”.
Questa la frase che più mi ha colpita di “Tregua nell'ambra” , un romanzo storico per non perdere la memoria del passato ma che,
restando ben saldo nel presente, punta dritto al futuro.
Il libro, scritto da Ilaria Goffredo, grazie alla scorrevolezza dei dialoghi e alla dovizia di particolari dai quali si nota l’accurato lavoro di ricerca storica fatto dall'autrice, sembra quasi essere la sceneggiatura di un film. L’avvincente trama ha un ordito di crudo realismo, come solo la guerra sa esserlo, sapientemente mescolato alla tenerezza dell’amore e alla dolcezza della speranza. Un libro che non si può che leggere tutto d’un fiato con costante emozione.
Elisa, 18 anni, racconta in prima persona gli stenti e gli orrori della seconda guerra mondiale.
Vive a Martina Franca con il padre ed il fratello Antonio che, non potendo combattere al fronte, lavorano la terra a servizio del fascio. I viveri razionati dalle tessere annonarie , la fame, il freddo, le notti di vedetta sui tetti per avvistare i bombardieri, l’impossibilità di scaldare degnamente la casa o di indossare abiti femminili, i soprusi delle camicie nere privano la ragazza della spensieratezza propria della sua età.
Orfana di madre, Elisa, si affeziona a Marisa una vicina di casa con la quale si trova spesso a chiacchierare davanti ad una tazza di “caffè”. L’inesorabile “tranquilla monotonia” della ragazza viene spezzata dall'arrivo in paese di Alec, un aitante giovane dall'accento straniero e avvolto da un alone di mistero. I due s’innamorano ma ben presto Alec deve ripartire per il fronte. Da qui il precipitarsi degli eventi: la fucilazione del padre, la deportazione di Antonio e la cattura di Elisa che viene condotta in un vicino campo di lavoro. Lì la ragazza subirà la crudeltà dei despoti fascisti che le lasciano profonde ferite nel corpo e nell'anima, solo la speranza che un giorno potrà rivedere il suo amato Alec riesce a non far cedere Elisa e a farle credere che possa, per lei, esistere un futuro.
Intanto Alec viene a sapere che la giovane è tenuta prigioniera e, con uno stratagemma, tenterà di salvarla.
Ilaria Goffredo è nata nel 1987 e vive in Puglia. Ha viaggiato in tutta Europa lavorando nel settore turistico.. Ad ottobre 2010 si è laureata in scienze della formazione. Ha vinto diversi premi letterari per racconti e diari di viaggio. Cura una rubrica di recensioni letterarie sul blog di Itodei e ha all'attivo diverse pubblicazioni con un piccolo editore free.
Con Tregua nell'ambra è stata finalista del concorso nazionale “Il mio esordio 2012”.