" Just because you're better than me.
Mi aggrappo con unghie spezzate(pag 67)
a questa ansia mortale.
Poiché se pure il male di vivere
mi abbandonasse,
cosa infine rimarrebbe ?
La paura di amare ?
Rendi il tuo cuore
puro miele,
e le formiche
te lo divoreranno "
Non è stato facile estrarre, tra le circa 100 poesie inserite nella silloge intitolata “Urla da magazzini abbandonati”, una lirica che ben rappresentasse la poetica delicata e rabbiosa dell’autore (alla sua opera prima) Fabian Von der Nebel , né sarà facile per me
raccontarvi di poesia, mondo al quale mi son avvicinata da poco tempo.
Nella raccolta ho trovato poesie spigolose, crude, a volte sconvenienti, ombrose, buie, a tratti grottesche, disarmanti, passionali, rabbiose, gridate da un animo che al vuoto urla la sua
solitudine, il suo tormento.
L’autore, allontanandosi dagli schemi piatti e dagli orpelli costruiti della poesia convenzionale, riesce ad imprimere un realismo palpabile, facendo così sentire il lettore protagonista dell’emozione e, cucendola sulla pelle, gliela rende vivida lasciando spesso un senso di perdizione freddo ma non distaccato.
L’autore, allontanandosi dagli schemi piatti e dagli orpelli costruiti della poesia convenzionale, riesce ad imprimere un realismo palpabile, facendo così sentire il lettore protagonista dell’emozione e, cucendola sulla pelle, gliela rende vivida lasciando spesso un senso di perdizione freddo ma non distaccato.
Leggendo questo libro ho avuto la generale sensazione di
attraversare un lungo e tortuoso tunnel senza perdere mai di vista, piccina là in fondo, la luce della via d’uscita …