lunedì 4 febbraio 2013

Chocolat


"Il vento ha spazzato via le mie paure. Faccio un cenno di saluto all'Uomo Nero nella sua torre, e il vento mi strattona allegramente la gonna. Sono fuori di me per la gioia, piena di aspettative." (cit)


Conoscete qualcosa di più “invitante”,  “trasgressivo” e “liberatorio” che cedere alla tentazione di farsi sciogliere in bocca un cioccolatino, qualcosa di più rinfrancante che bere una tazza di cioccolata calda quando fuori il freddo gela il paesaggio e l’animo; il tutto a dispetto dello spirito di sacrificio per mantenere il nostro aspetto “in linea” (in linea con cosa, poi?)? Se la vostra risposta è un “sì” questo libro non fa per voi, altrimenti troverete la lettura di questo accattivante romanzo una vera delizia per il vostro palato di lettori intenditori.

In un contesto di magia,  invitanti profumi di cacao, cannella e vaniglia, tra chicchere dall’aspetto antico, nastri e scatole elegantemente confezionate,   in Chocolat   ho trovato un’accusa al perbenismo tipico delle cittadine di provincia dettato dall'osservanza delle convenzioni religiose e non, un rifiuto alle mortificazioni dello spirito e del corpo, un invito a vivere la vita lasciandosi trasportare dall'istinto  e dando libero sfogo alla propria voglia di libertà arrivando così al raggiungimento della  felicità terrena:  vivere, dunque, senza pregiudizi, schemi, tabù, limiti di età o discriminazioni di ceti. Questo, in sintesi, penso sia ciò che l’autrice del libro Joanne Harris abbia inteso comunicarci.

L
a protagonista, Vianne Rocher, una  misteriosa donna  simpatica e col carattere forte e dolce come il cioccolato, arriva con la sua bambina Anouk, in un paesino della campagna francese. Per guadagnarsi da vivere rileva una vecchia panetteria con la ferma intenzione di farne una cioccolateria.
 La notizia  sconvolge la vita monotona e lenta del paese al punto che, 
il prete della comunità padre Reynaud, lungi dall'accogliere benevolmente la donna e la sua iniziativa e vedendo in lei la tentazione del peccato, la ostacola mettendole contro buona parte dei cittadini.
Vianne non desiste e, con coraggio, inaugura il negozio che chiama ‘La Celeste Praline’.
L’ambiente nuovo e gioioso, la cordialità e il mistero che avvolgono Vianne nonché la sua maestria nel lavorare il cioccolato attirano sempre più clientela. Avventori fissi del negozio cominceranno ad essere Guillaume il maestro in pensione ed il suo inseparabile cagnolino; Armande l’anziana donna eccentrica, golosa e con tanta voglia di vivere; suo nipote Luk, bimbo combattuto tra il senso di obbedienza verso la madre e lo spirito di ribellione suggerito dalla nonna; Roux, lo zingaro spirito libero, anch'egli ostacolato dai paesani, che vive in un barcone sul fiume; Josephine, una donna cupa,  prigioniera del marito e vittima dei suoi soprusi e delle sue botte. Tutti personaggi, questi, che dimostrano segni d’inquietudine e ribellione ad una vita che non offre loro altro che mortificazioni e regole ferree da rispettare nel tentativo di guadagnarsi un posto in Paradiso e il rispetto dei concittadini, e che troveranno in Vianne una complice che li capirà e li aiuterà  a realizzare i loro desideri.
chi è Vianne? Una strega, una maga? Come riesce a capire ed aiutare il prossimo?  Perché se ne fa carico? Quali ingredienti usa per rendere le sue praline così speciali?
La descrizione che ne vien fuori dal romanzo, è quella di una donna sempre in fuga dagli amori, dalle amicizie,  dai luoghi che la ospitano … sempre in cerca della felicità per se e per chi le vuol bene.
Ma presto Vianne si stanca di lottare contro l’ottuso Padre Reynaud e i suoi fedeli, e sente il richiamo della libertà tra ricordi del suo passato e sogni per il futuro.  Andare via, sì ma dove e per quanto? E che ne sarà di sua figlia Anouk? Farla crescere senza radici proprio com’è cresciuta lei o regalarle la stabilità?  Restare o partire … partire o restare?

Dopo appena un anno dall'uscita del libro in Italia, ne è stata tratta una trasposizione cinematografica di gran successo (attrice protagonista Juliette Binoche, personalmente trovo il libro è decisamente più provocatorio.