venerdì 25 gennaio 2013

Stabat Mater


“Ci sono ancora, da qualche parte, sono qui, separata da questa devastazione, l’angoscia non mi ha ancora presa tutta, c’è ancora un angolo dove posso mettermi al riparo e dire: io.” (cit)

Pur non amando particolarmente leggere i libri premiati o troppo pubblicizzati, questo di Tiziano Scarpa mi ha subito incuriosita per l’abbinamento romanzo/musica.
 È infatti grazie alla musica che la protagonista, Cecilia, ritrova la sua “essenza di vita” il suo “riscatto”.  Musica che qui ritroviamo in un parallelismo con l’acqua: entrambe fonti purificatrici, entrambe metafore di libertà.  Musica della quale percepiamo le note ad ogni pagina letta.
All'inizio del racconto, l’autore dà un’impronta cupa  e sconcertante, proprio come lo stato d’animo della protagonista, ma via via speranza, ribellione,  curiosità e voglia di affermazione rischiarano la narrazione di un libro scritto con un linguaggio raffinato che non cade mai nel banale.


  N
asce Cecilia, frutto di un amore proibito, e viene immediatamente chiusa in un orfanotrofio gestito da suore. La fanciulla cresce col pensiero rivolto alla madre di cui non conosce né il volto né il nome  ma che sente sempre presente vicino a lei: con lei “dialoga” ogni notte e, sempre lei, l’accompagna durante il giorno.
L’educazione del convento prevede l’insegnamento della musica e Cecilia è un’ottima allieva che

mercoledì 23 gennaio 2013

Il signore delle mosche


Lo scrittore William Golding, a proposito del suo libro Il signore delle mosche, cita: "L'uomo produce il male come le api producono il miele".  Ed è da questa frase che prendo spunto per analizzare il contenuto del romanzo:  è la natura dell’uomo che produce il male e distrugge la società oppure, come sostiene Rousseau, è la società a render cattivo l’uomo che invece è buono per sua natura?  
Tra gli aspetti degenerativi contemplati in questo libro, si evidenziano la difficoltà del vivere in gruppo sottostando alle regole, la sopraffazione del più debole, la voglia di predominare, l’istinto di sopravvivenza che riporta l’uomo al primitivo stadio di vita, l’irrazionalità delle paure e delle angosce che conduce ad idolatrie e credenze, l’eterna lotta fra debole e forte, buono e cattivo. Non ultima la distruzione

venerdì 18 gennaio 2013

La ragazza delle arance


Quanti segreti nasconde un vecchio passeggino rosso chiuso in soffitta?
Oltre  ai ricordi di un’infanzia passata,  il passeggino può diventare una custodia segreta per una busta che contiene una lettera racconto, un insegnamento di vita, una domanda.
È
così che Georg, all'età di 15 anni, scopre la singolare eredità lasciatagli dal padre, morto undici anni prima.

“Sei seduto bene, Georg?
È importante che ti trovi una posizione comoda, perché ora ti racconterò una storia emozionante ..”.

Inizia così il 

venerdì 11 gennaio 2013

Memorie di una Geisha


"Quali che siano stati i nostri conflitti e i nostri trionfi, per quanto indelebile sia il segno che questi abbiano potuto lasciare su di noi, finiscono sempre per stemperarsi come una tinta ad acquerello su un foglio di carta."  (cit)


Seppur Nicolò Ammanniti  dice: “Non è il mezzo attraverso cui passano le storie a essere importante, ma le storie stesse, qualsiasi forma prendano”,  questo libro è un valido strumento  per conoscere una romantica  storia e per viaggiare alla scoperta del segreto mondo - ormai passato - delle donne più desiderate in Giappone e delle affascinanti tradizioni orientali.

Memorie di una Geisha è il primo romanzo di Arthur Golden. Scritto nel 1997, al termine di dieci anni di ricerche, è diventato un best seller mondiale; una storia vera, originale scritta in modo diretto, senza cadere mai nell'ovvio,  suggestionante, rivelatrice; un racconto atto a  sfatare leggende e pregiudizi che il mondo occidentale si è fatto attorno alla figura delle geishe.

Chiyo racconta in prima persona la sua storia:  è appena una bimbetta quando, a causa della povertà della sua famiglia, viene comprata, insieme alla sorella, da un mediatore che le rivende poi ad una “Okiya” una casa/scuola per diventare geishe. Sì una scuola, perché per diventare geisha una donna, oltre che bella, deve essere colta, discreta, aggraziata, deve saper ballare e cantare, avere portamento  e conoscere il “rito del tè” tanto importante in Giappone.
Crescendo  Chiyo, si trova in un mondo affascinante quanto crudele dove a contrastare le ammirazioni che gli uomini hanno per la sua bellezza e la sua giovinezza, ci sono le trame, le rivalità e le invidie delle altre donne che  temono di esser scalzate dalle loro posizioni elitarie e di comando.  Esiste, infatti, una gerarchia all’interno di Okiya e una forte competizione tra le diverse “case/scuola”.
Sarà la veterana Hatsumomo che, riconoscendo le sue doti,  la adotterà, dandole il nome di Sayuri, come sorella minore,  la proteggerà e l’aiuterà a raggiungere il successo.
Ma la storia non è così semplice come sembra …


Titolo: Memorie di una geisha
Autore: Arthur Golden


martedì 8 gennaio 2013

Cecità


« Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono »  (la moglie del dottore – protagonista - cit)


Cecità - titolo originale  Ensaio sobre a Cegueira (Saggio sulla cecità) – è un romanzo, a sfondo sociale,  di José Saramago (premio Nobel per la letteratura nel 1998).


Saramago (1922–2010) è un autore che non può non appassionare il lettore attento:  il suo particolare stile di scrittura privo di nomi propri dei personaggi (usa identificarli con caratteristiche impersonali) e privo della  canonica punteggiatura  e virgolettatura dei dialoghi,  fan sì che lo si legga tutto d’un fiato e senza possibilità di distrazioni.
Egoismo, potere, sopraffazione, violenza, qualunquismo, indifferenza, ignoranza, sono i maggiori  aspetti di una società universale, purtroppo sempre attuale, visualizzati in questo romanzo.
Cecità come buio della mente, della ragione, dell’umanità.

La trama:
“in luogo e tempo imprecisati, un medico viene colpito da una “bianca cecità” che lo avvolge come fitta nebbia. Di giorno in giorno, in questo stato cadono anche altri cittadini del Paese.
Per contenere l'epidemia, i ciechi vengono isolati e rinchiusi in un vecchio manicomio sotto la stretta sorveglianza dell’esercito.
L’unica, misteriosamente, 
scampata al contagio è la moglie del medico che, fingendo a tutti di aver perso la vista, si unisce al gruppo aiutandoli a sopravvivere.
All'interno