mercoledì 23 gennaio 2013

Il signore delle mosche


Lo scrittore William Golding, a proposito del suo libro Il signore delle mosche, cita: "L'uomo produce il male come le api producono il miele".  Ed è da questa frase che prendo spunto per analizzare il contenuto del romanzo:  è la natura dell’uomo che produce il male e distrugge la società oppure, come sostiene Rousseau, è la società a render cattivo l’uomo che invece è buono per sua natura?  
Tra gli aspetti degenerativi contemplati in questo libro, si evidenziano la difficoltà del vivere in gruppo sottostando alle regole, la sopraffazione del più debole, la voglia di predominare, l’istinto di sopravvivenza che riporta l’uomo al primitivo stadio di vita, l’irrazionalità delle paure e delle angosce che conduce ad idolatrie e credenze, l’eterna lotta fra debole e forte, buono e cattivo. Non ultima la distruzione
del territorio per noncuranza dell’uomo.
Il linguaggio  usato dall'autore  seppur ricco di metafore e simbologie, è realistico, semplice e scorrevole; la storia,  cruda e violenta, angoscia il lettore che si troverà catturato dal’evolversi dei fatti.


La
trama segue le vicende di un gruppo di ragazzi che, a causa  di un incidente aereo, precipitano su di un’isola deserta nel mezzo dell’oceano. Tra di loro vi son bambini e ragazzi più grandi, tutti salvi. Del pilota nessuna traccia.
 In un primo momento, tutti d’accordo, stabiliscono le gerarchie e le regole per sopravvivere mantenendo intatto quel luogo incontaminato che li ospita. Tutto sembra filar liscio finché  la noia, la fame, la disubbidienza, faran nascere invidie e rivalità tra i capigruppo.
Ecco, quindi, che si crea una dicotomia: alcuni si uniscono a colui crede che per sopravvivere occorra forza, istinto, decisione, obbedienza e un solo capo, altri si aggregano con chi sostiene che con la ragione, l'organizzazione, lo spirito di adattamento e di comprensione si possa raggiungere ugualmente lo scopo.
Inizia così una barbara lotta fra Jack, che con il suo gruppo dei “cattivi” o “forti”, tra menzogne e colpi di fortuna, riesce a sopravvivere meglio del gruppo dei "buoni" o "deboli" capitanato da Ralph, il quale  vedrà ben presto ridimensionato  il numero dei suoi seguaci, inevitabilmente passati “al nemico”.
Un gioco di guerra pericoloso che  farà commettere omicidi, seminerà terrore e provocherà l’incendio dell’intera isola.

Biografia Sir William Gerald  Golding