venerdì 20 settembre 2013

"KITCHEN" di Banana Yoshimoto

L’estate appena passata, mi ha vista – giocoforza – lontana dal PC ma non dai libri.  
Il primo di cui vi racconto è l’ultimo letto in ordine cronologico: “Kitchen” di Banana Yoshimoto.
È la prima volta che mi avvicino a Yoshimoto e devo dire che non mi ha convinta fino in fondo. Pensavo di trovare nei suoi romanzi

tutta la saggezza e la filosofia orientale – che peraltro mi affascina – , mentre mi son ritrovata davanti ad un shōjo manga,  un manga per ragazze, con tutto il suo linguaggio sfrangiato, sdolcinato, una trama slegata,  triste, ambigua e, il più delle volte, inverosimile.
Il tema portante di “Kitchen” è la morte e la conseguente solitudine di chi resta orfano degli affetti, il tutto incorniciato da una, tanto forte quanto discutibile,  presenza omosessuale.

La trama ve la racconto attraverso le caratteristiche  dei personaggi che si alternano nella storia narrata:

- Mikage Sakurai è la giovane protagonista: rimasta orfana va a vivere con la nonna che muore di lì a breve. Mikage, rimasta sola al mondo, viene ospitata in casa Tanabe.

- Yūichi Tanabe: giovane orfano di madre vive con Eriko, il padre che, rimasto vedovo, si rende conto della propria omosessualità e si sottopone ad interventi plastici per diventare donna; Eriko presto viene uccisa da un pazzo che la perseguitava.

- Hiiragi: fratello di Hitishi,  fidanzato di Mikage morto in un incidente stradale. Hiiragi  gira al college vestito con la divisa appartenuta alla sua Yumiko, morta nello stesso incidente stradale di Hitoshi.

- Urara: giovane donna incontrata da Mikage una mattina all'alba. Urara farà incontrare, un’ultima volta,  Mikage con lo spirito di Hitoshi.

- il fiume: è metafora di vita, di ricordo. È il fiume che racchiude il messaggio di questo breve romanzo: vivere guardando dritto in avanti senza mai voltarsi indietro … proprio come il suo scorrere verso il mare.

Nota:
Non me ne vogliano gli estimatori di Banana Yoshimoto,  ma è stata proprio lei, nella sua postfazione al libro, a definire questo suo primo scritto un “romanzo immaturo”  … ma si sa: ogni libro ha la sua età e ogni età ha il suo libro.